Formarsi o non formarsi?
Molto spesso si sente dire che la formazione è un costo. Non è vero. È un investimento.
Investire nella formazione dei propri dipendenti è fondamentale.
Se per eseguire un lavoro abbiamo bisogno di un’ora di tempo e, dopo un corso di aggiornamento, ci bastano 30 minuti, quale risultato abbiamo ottenuto?
A fronte di qualche ora spesa a formarci, tutte le volte che dovremo eseguire quel determinato lavoro guadagneremo tempo. E soldi.
Non solo: guadagneremo anche soddisfazione ed autostima.
Quante volte andiamo nel panico perché non siamo sicuri di ottenere il risultato che ci viene richiesto?
Essere in possesso di competenze aggiornate in linea con la propria realtà lavorativa fa si che il nostro lavoro possa essere svolto con meno stress, meno ansia ed in modo più professionale.
E cosa comporta tutto ciò per l’azienda per la quale lavoriamo?
Un risparmio di tempo (e quindi di denaro) ed un ambiente di lavoro sereno e competente.
Formazione 4.0
Nell’era della quarta rivoluzione industriale abbiamo la necessità di colmare il gap tra domanda ed offerta di competenze e nuove professionalità.
La trasformazione digitale rappresenta una sfida complessa per aziende; l’impresa deve mettere al centro del proprio sviluppo e della propria sostenibilità la PERSONA.
Come? Attraverso la formazione.
Non c’è soltanto bisogno di formare profili professionali 4.0, ma bisogna offrire e poter quindi usufruire di percorsi formativi 4.0, percorsi in linea con le esigenze della nostra realtà lavorativa, che creino il valore aggiunto alle competenze già presenti.
I Fondi Interprofessionali ci danno una mano
Dal 2003, in virtù di quanto previsto dalla Legge 388 del 2000, la nascita dei Fondi Interprofessionali consente alle imprese di natura privata di destinare la quota dello 0,30% dei contributi versati all’INPS (che già versano, il cosiddetto “contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria”) destinati alla formazione dei propri dipendenti.
La formazione dei dipendenti è diventata un diritto sancito dalla legge.
Grazie alla legge 289/02, che ha riformato in parte la regolamentazione dei Fondi Paritetici Interpersonali, ora vi è anche la possibilità per le aziende di finanziare attività e piani formativi a livello individuale.
I datori di lavoro potranno infatti chiedere all’INPS di trasferire il contributo ad uno dei Fondi Paritetici Interprofessionali, che provvederà a finanziare le attività formative per i lavoratori delle imprese aderenti.
Le modalità di iscrizione ai Fondi Interprofessionali Paritetici sono da effettuarsi in forma elettronica tramite il sito dell’INPS nella sezione dedicata; l’iscrizione è revocabile.
L’adesione ai fondi è gratuita!
Quale scelgo?
Ce ne sono tantissimi e di diversa natura.
Sono organismi promossi dalle organizzazioni di rappresentanza delle Parti Sociali attraverso specifici Accordi Interconfederali stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro.
Cosa hanno in comune? Ci permettono di svolgere la formazione finanziata, durante o al di fuori del nostro orario lavorativo (a seconda del regime di aiuti di cui si necessita).
La scelta varia a seconda del comparto di appartenenza, le figure professionali da formare, il tipo di formazione di cui si necessita e l’ammontare delle ore necessarie.
La maggior parte dei fondi pubblica diversi avvisi nel corso dell’anno dedicati a differenti canali di finanziamento: voucher aziendali, piani formativi aziendali, neo aderenti, piani formativi settoriali e territoriali.
MM