L’interruttore differenziale, come noto agli addetti del settore, è un dispositivo di protezione destinato ad aprire automaticamente un circuito elettrico quando la corrente differenziale supera un certo valore prestabilito chiamato Idn .
Un’idea diffusa ma errata, richiama una strana teoria secondo la quale il differenziale limita la corrente verso terra. Bisogna sempre ricordare che un interruttore differenziale limita il tempo per cui permane la corrente verso terra e non il valore di corrente.
Secondo molti, il differenziale è diventato una sorta di angelo custode per gli utenti domestici o comunque di bassa tensione. Ma non sempre l’angelo può intervenire poiché il dispositivo di protezione a volte è guasto oppure gli chiediamo di fare qualcosa che non gli appartiene.
L’interruttore differenziale, se ben coadiuvato con l’impianto di terra (il quale deve essere efficiente e correttamente controllato con verifiche periodiche), assicura la protezione per le persone contro i contatti indiretti e diretti. Ricordiamo che un contatto è definito diretto (fig. 1) quando una persona tocca una parte che abitualmente è sotto tensione (cavi elettrici di fase e neutro).
Mentre un contatto è definito indiretto (fig. 2) quando tocca una massa posta in tensione a seguito di un guasto di isolamento (ad esempio la lavatrice che si guasta per un deterioramento interno).
Il differenziale può essere puro (quindi sprovvisto di sganciatori di sovracorrente) oppure essere abbinato al magnetotermico.
Un interruttore differenziale è una protezione attiva nei confronti dei contatti diretti poiché interrompe la alimentazione. Il tempo di intervento è sufficientemente breve per la protezione del corpo umano; ricordo che la protezione contro i contatti diretti di quest’ultimo è addizionale poiché non sostituisce gli involucri protettivi, gli isolamenti e le barriere.
Si parla sempre di manutenzione o efficienza degli impianti di terra… ma nessuno si pone mai il problema di effettuare un semplice controllo sul differenziale.
Infatti, alla domanda specifica: “quanti di voi premono periodicamente (mensilmente come indicato dal costruttore) il tasto di test del differenziale?” in genere vediamo poche mani alzarsi all’interno dei corsi frequentati anche da professionisti del settore.
Ricordo che il tasto test del differenziale è una simulazione di guasto che provoca l’intervento dell’interruttore con una corrente di guasto pari a 2,5 volte la sua corrente differenziale nominale; si ha pertanto una certezza del funzionamento dell’interruttore solo dal punto di vista meccanico e non dal punto di vista elettrico, dal momento che con questo test non è possibile sapere se l’interruttore interviene nei tempi corretti con una corrente di guasto uguale alla sua corrente differenziale nominale.
Per tal motivo sarebbe conveniente fare anche dei test più specifici con la strumentazione elettronica per verificare i tempi di intervento. Nelle norme sugli interruttori differenziali (CEI 23-42 e CEI 23-44) non sono specificati tempi di prova di nessun genere. Quindi ogni costruttore può dire la sua.
Sicuramente però, premere periodicamente il tasto permette all’utente non esperto di accorgersi di eventuali anomalie ma soprattutto di non mettere a repentaglio la sicurezza dei vicini di casa…
Ma di questo ne parleremo nel prossimo articolo.